“Non vorrei mettermi in qualcosa più grande di me”: 3 situazioni e come riconoscerle

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Non vorrei mettermi in qualcosa più grande di me

Hai mai detto questa frase?

Quando si parla di una nuova sfida, un nuovo impegno, un nuovo progetto, ti è mai capitato di dire questa frase o di sentirla dire? A me sì!

Se è successo anche a te, voglio dirti alcune cose che possono esserti utili.

Per sintetizzare, direi che esistono 3 tipi di situazioni:

  • Quelle “troppo più grandi di te
  • Quelle “più grandi di te
  • Quelle “grandi come te

 

1 – Situazioni “troppo più grandi di te

Di fronte a situazioni “troppo più grandi di te”, al solo pensiero o fantasia di intraprenderle, senti corpo che si blocca, il respiro che si chiude, l’energia, l’entusiasmo e la voglia di fare che calano e sperimenti situazioni non piacevoli, pigrizia ed emotivamente non senti una reale motivazione che ti spinge.
Così, ti ritrovi magari a perdere tempo in distrazioni che non ti servono a nulla o a fare cose inutili, pur di raccontarti che hai da fare, che ora non puoi, che non ce la faresti, ecc. ecc.

Il tuo parlare rispetto alla sfida o a quello che dici di volere, consiste in tanti “vorrei però…”, “sì però…”, “sì ma…”, “fosse per me farei, ma…”.
Più pensi a concretizzare il passo e più tutto rema contro, fuori di te, e soprattutto dentro di te.
Calo di energia, sensazioni di pesantezza, senza alcun entusiasmo sentito, senza la minima esperienza di quel qualcosa dentro che ti fa brillare gli occhi, che ti anima.

Tante belle parole su quanto vorresti, ma di fatto non fai nulla di concreto nella direzione in questione.

In questo caso, credo che le cose siano due:

  • o ti trovi di fronte a qualcosa davvero “troppo più grande di te”, almeno come primo passo, poi in futuro chissà
  • o ti trovi di fronte a qualcosa che per quanto racconti e ti racconti di voler fare, nella realtà, non ti interessa davvero un granché, non tocca le tue corde profonde. Almeno in questo momento, hai decisamente altre priorità.

 

2 – Situazioni “più grandi di te

Al solo loro pensiero e fantasia, sperimenti sia la paura di non farcela, che l’entusiasmo e la voglia di buttarti in queste nuove sfide o progetti.

Anzi, tanto più ti avvicini all’idea di fare il primo passo, quanto più insieme all’entusiasmo e all’eccitazione, cresce la paura che si manifesta con le sue voci nella testa che ti dicono: “no aspetta!”, “un attimo!”, “Ancora non sei pronto!”, Prima dovresti…bla bla bla”.

Paura, desiderio ed entusiasmo coesistono.

C’è però una sostanziale caratteristica in questo genere di situazioni che potrebbe aiutarti a riconoscerle: nella danza delle emozioni contrastanti, la tua energia cresce e può essere perfino difficile contenerla e startene lì fermo senza fare nulla.

Di fronte a queste situazioni, quando ti si presentano davvero quelle “giuste”, “può esserti difficile” continuare a vivere come se nulla fosse, facendo finta di niente.

Dentro di te fluisce infatti la vita, la voglia, l’entusiasmo e le paure.

Le immagini della sfida, i pensieri su di essa ti si ripresenteranno più e più volte e non ti sarà facile accantonarle.
Anche qualora decidessi di non cambiare nulla e di lasciare che sia la paura a decidere al posto tuo, molto probabilmente nel tempo, ricorderai anche il momento esatto in cui potevi scegliere, cambiare ma per i tuoi mille “perché perché perché…”, hai detto no.

 

3 – Situazioni “grandi come te”

Sono quelle comode, quelle facili, per intenderci.

Sono rappresentate dalle situazioni tipiche che già affronti nella tua vita di tutti i giorni.

Ti dedichi solo e sempre a fare ciò che sai fare bene, a progetti che hai sempre fatto.
Nulla che sia sfidante, nulla che ritieni di non conoscere bene.
Nulla in cui rischi di fallire o di non farcela.
Nulla che abbia a che fare con dei cambiamenti, con delle novità.

Sono tutte quelle situazioni in cui ti senti al sicuro, tranquillo, o peggio, sai con sicurezza e tranquillità come andranno a finire!

In questa categoria di situazioni, ci sono anche quelle in cui vivi ripetutamente frustrazione, disagio, inadeguatezza, insoddisfazione, ecc. e le vivi quotidianamente.

Magari ti lamenti anche, sì, ma continui a fare ciò che hai sempre fatto e come ovvia conseguenza, a raccogliere ciò che hai sempre raccolto.

Sono quindi anche quelle situazioni in cui sai – o dovresti sapere – con una certa sicurezza, che senza cambiare nulla, senza fare qualcosa di diverso, continuerai a viverle.

Per quanto dici che non ti piacciono, comunque, le conosci bene e oramai sono entrate a far parte della tua “zona di comfort”, di “sicurezza”, anche se tutto questo comfort non c’è.

L’unica cosa di cui sei sicuro e puoi esserlo davvero, è che non ci starai bene ancora una volta!

Affrontare tutte e sole situazioni “grandi come te”, può anche andar bene laddove la tua vita sia già perfetta così com’è, laddove non vorresti cambiare nulla, come di fatto fai e manifesti con i tuoi comportamenti ogni giorno: non cambi nulla.

Ecco, in questi casi, va benissimo, almeno finché non sia la vita stessa a mescolarti le carte in tavola proiettandoti in situazioni per te nuove e inaspettate.

Il problema nell’affrontare tutte e sole situazioni “grandi come te” si manifesta invece laddove tu non sia soddisfatto di come stai vivendo e di quello che stai vivendo.

Il problema c’è laddove tu abbia la speranza che la tua vita cambi da un giorno all’altro per qualche evento fortuito, magari per miracolo. Anch’io credo ai miracoli per carità, ma credo altrettanto che nell’attesa, sia bene fare ciò che si può e organizzarcisi, poiché il miracolo appunto…è un miracolo se accade!

Sperare che nella vita qualcosa vada meglio o cambi senza doverti confrontare con qualcosa di “più grande di te”, solo per effetto di un miracolo, è purtroppo nella stragrande maggioranza dei casi un’illusione, un pensiero infantile, come quello del bambino che spera di poter vivere come gli adulti, da adulto, con la libertà di poter scegliere e decidere cosa fare e come, senza però dover affrontare tutte le responsabilità che il crescere e il maturare comporta.

Il processo di crescita infatti è sempre sfidante, difficile e impegnativo e ha a che fare con la novità. Comporta tanti piccoli grandi cambiamenti.

Per aprirti alla possibilità di vivere una vita migliore, devi divenire tu migliore, e questo richiede che tu cresca, che conosca, che cambi qualcosa.

Ti immagini come vivrebbe un bambino di 3 anni nel mondo, libero di scegliere e di decidere qualsiasi cosa?

 

E allora? Che cosa devo fare?

Queste sono solo delle riflessioni sulla base della mia esperienza, che non hanno la pretesa di essere valide per te, o di essere la verità assoluta, ma che allo stesso tempo, sono state la mia verità, la mia esperienza fino ad oggi e forse, per qualche aspetto, potrebbero essere o diventare anche la tua.

In generale, credo che sia di grande aiuto, quando si pensa a nuove sfide, non finire nella “hybris” come la chiamavano i greci, cioè nella tracotanza, orgoglio, superbia, insolenza, presunzione, poiché è proprio questo stato interiore che nelle tragedie greche, conduceva appunto alla tragedia, alla catastrofe e fallimento. Ancora una volta gli antichi, ci hanno lasciato un grande insegnamento e monito: conosci te stesso, anche i tuoi limiti, ciò che è alla tua portata ora e ciò che non lo è.

Per questo pur sognando, pur muovendoci verso l’alto, verso il cielo, è importante mantenere l’umiltà, la cui etimologia rimanda a un contatto col basso, con la terra, quindi con la concretezza.

Questo a mio avviso vale per qualsiasi cosa.

Laddove tu voglia intraprendere una qualsiasi nuova sfida, progetto o cambiamento, poiché la real-izzazione di un sogno, consiste nel dargli forma, nel renderlo reale, nel renderlo concreto, non puoi prescindere anche dal fare i conti con la realtà, con la concretezza, con la terra, con la materia.

Se un sogno non ha anche consistenza e possibilità concreta, è solo una fantasia.

Allo stesso tempo, non esiste nulla di nuovo, nulla al di fuori di quanto tu non stia già facendo, che in qualche modo non sia “più grande di te”.

Ogni nuova sfida implica e richiede anche il diventare qualcos’altro e quindi cambiare, e cambiare, non significa perdere ciò che si è stati, ciò che si è conosciuto o sperimentato o le proprie abilità e capacità.
Cambiare è piuttosto un aggiungere, arricchirsi di nuove esperienze, di nuove modalità di essere e di comportarsi, nuove competenze, di nuove comprensioni, di nuove modalità e possibilità di stare al mondo.

Per questo cambiare è sempre un’espansione in cui si diventa più grandi di ciò che si era.

Di fronte a qualsiasi nuova sfida allora, ci sarà sempre la sensazione di “dover” fare i conti con qualcosa “più grande di te”, ma è solo di fronte a “cose più grandi di te”, che puoi diventare più grande te.

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