Il digiuno: chi non l’ha mai fatto? Ognuno di noi, ogni giorno, fa e interrompe svariati digiuni, magari durati solo poche ore ma pur sempre digiuni. Quello più lungo solitamente è quello notturno, interrotto poi al mattino con la colazione che gli inglesi chiamano breakfast, ovvero breaking the fast e cioè, interruzione del digiuno.
Precedentemente, ne avevo sperimentati diversi di 24 ore a solo acqua, e solo qualche volta di 3 giorni, sempre fatti in casa con i familiari presenti (cosa non sempre di aiuto, o almeno, non da tutti i punti di vista). Questa volta invece, è stata un’esperienza particolare, che ricorderò sempre con molto affetto, un digiuno fatto in un ambiente davvero ideale: una bella cascina in montagna, a circa 1200 metri sul livello del mare, con l’acqua fresca di sorgente, il verde intorno e soprattutto quattro meravigliose persone con cui condividere pensieri, riflessioni, impressioni e sensazioni senza la necessità di dover spiegare o giustificare troppo tutte quelle cose comunemente ritenute “strane” ma che in qualche modo sentivivamo di condividere.
“Anche gli stolti sanno digiunare, è nella ri-alimentazione che ci vuole competenza.”
M. Gandhi
A chi magari avesse in mente di sperimentare un digiuno un po’ più lungo di quelli comuni, voglio dire che è bene informarsi, leggere a sufficienza e sentirsi totalmente pronti e sereni prima di intraprendere il digiuno e in generale, consiglio di farsi seguire da un esperto. Non che il digiuno in se sia pericoloso, ma ci sono diverse cose da sapere per far si che un digiuno sia davvero benefico a tutti i livelli e per evitare di commettere errori che in alcuni casi, possono rivelarsi anche molto pericolosi.
Voglio premettere che al momento godo di ottima salute, o almeno così credo. Le mie esperienze di digiuno hanno prevalentemente movente spirituale/interiore e solo come effetto secondario molto ben gradito, quello di preservare la salute, fisica e mentale. Sono infatti innumerevoli e imprevedibili gli effetti del digiuno, ogni esperienza è a se stante e diversa dalle precedenti, seppur alcuni fattori sono abbastanza comuni.
Il primo giorno di digiuno, l’ho trascorso in buona parte in viaggio, da San Gimignano (SI) ad Arvigo, in una bella giornata di sole. La mente era lucida, rilassata, la temperatura estiva era davvero piacevole ed ero anche pieno di entusiasmo per questa nuova avventura. La mente era rivolta per lo più alla strada e ai nuovi paesaggi che si presentavano alla vista. Questo ha fatto si che essa non avesse troppo modo di pensare al cibo, tutto è stato piuttosto facile a differenza di altri “primi giorni” di digiuno. Arrivati (io e la mia compagna Viktorija) alla Croce di Arvigo, abbiamo fatto la conoscenza degli altri digiunatori, Loic, il generosissimo ragazzo che aveva organizzato il tutto, Mirko, un ragazzo toscano, e Andreea, una ragazza rumena che ora vive in Italia. La giornata è proseguita parlando un po’ di noi, tutto era nuovo ed interessante e il primo giorno di digiuno è scivolato via in fretta, senza alcuna tentazione o sofferenza.
Andando avanti, con il passare del tempo, nei giorni successivi, comparivano sempre con maggior frequenza, stati di debolezza fisica, uniti però a una senzazione di leggerezza del corpo piacevolissima e a una lucidità mentale sempre maggiore. Le sensazioni interiori date da un paesaggio, dal sole, dall’erba, dall’aria fresca che fluisce all’interno dei polmoni risultavano essere molto più piacevoli, amplificate e belle. Tutto e tutti apparivano più belli. Allo stesso tempo, le emozioni sembravano assenti, lasciando spazio a una grande sensazione interiore di pace. I pensieri erano minori rispetto a quelli che solitamente attraversano la mia mente, vivere nel presente risultava molto più spontaneo e naturale. Quella tendenza della mente a perdersi in dialoghi interiori si affievoliva enormemente. L’amore fluiva maggiormente all’interno di me, con il risultato che ciò verso cui si rivolgeva la mente, veniva visto e percepito in modo diverso, con sensazioni diverse da quelle che solitamente vi erano associate. Sembrava quasi che agisse in me un filtro naturale delle cose importanti della vita e di quelle che invece, non meritavano troppe attenzioni (seppur in altri periodi, la mia mente tendeva a dargliele). I sogni, che solitamente ricordo molto di rado, nonostante da qualche mese a questa parte sto lavorando un po’ per ricordarli, negli ultimi due giorni cominciavano a tornare. Il quarto giorno al risveglio ricordavo perfino parti di tre sogni diversi, di cui uno piuttosto dettagliato. Le artificiosità della mia personalità dovute a condizionamenti, apparivano più chiaramente sotto la mia osservazione. Anche la vista era di giorno in giorno più lucida (sono miope di 1.75 diottrie per occhio e durante il digiuno ho scelto di non indossare gli occhiali).
Ovviamente non è stato tutto facile e bello, come già accennato ci sono stati periodi di debolezza fisica. Oltre a questi, non ho avuto particolari malesseri fisici dovuti alla disintossicazione (a volte si possono verificare durante i digiuni disintossicazioni anche piuttosto violente).
Le giornate passavano serene, con ore di riposo a piacimento, qualche lettura e tante chicchierate piacevolissime con gli altri ragazzi. Gli ultimi due giorni, e più in particolare l’ultimo giorno, al riavvicinarsi della ri-alimentazione programmata, sono arrivate puntuali le tentazioni della mente. Affiorava alla mia mente ogni tipo di piatto che avessi assaggiato in vita mia. Anche il cibo crudo mi prendeva molto, ma devo confessare, che la mente si focalizzava maggiormente sui piatti cucinati vegetariani, piatti già gustati e altri invece mai assaggiati. Potevo quasi sentirne il sapore al solo pensiero. Pensandoci ora, solo carne e pesce non si affacciavano alla mia mente. In alcuni momenti le ricette arrivavano una dopo l’altra. Avrei potuto scrivere un libro di ricette in quei due giorni, tanti erano i piatti che passavano per il mio cervello nei periodi in cui lasciavo la mente libera di “entrare” in quei pensieri. Tutto questo, accadeva però solo al livello mentale. Il mio corpo era in pace, nessun borbottio o movimento dello stomaco o dell’intestino. Il corpo sembrava non chiedere alcun cibo e anche la fame non era affatto presente, l’unica mancanza percepita era il piacere che si associa al gusto del cibo.
Che delizia il primo pomodoro mangiato al sesto giorno! Era il pomodoro più buono e saporito che avessi mai mangiato in vita mia! Dopo di questo, durante la giornata ho mangiato qualche altro frutto, ognuno di essi era così buono e succoso che regalavano un piacere alle mie papille gustative, che comunemente non sono capaci di darmelo neanche i miei piatti preferiti.
Ma ciò che è stato importante soprattutto di questo digiuno, è quello che mi ha fatto riassaporare all’interno, nel profondo di me, nel cuore. Mi ha dato grande motivazione e coraggio e in qualche modo mi ha fatto rivivere con maggiore intensità la libertà che l’anima è in grado di percepire quando la mente e il corpo sono in pace. Per tutto questo voglio ringraziare ancora una volta Loic per la sua disponibilità e generosità e tutti gli altri compagni d’avventura, Viktorija, Mirko e Andreea, per aver reso questa esperienza indimenticabile.
Lascia pure il tuo commento, mi fa piacere sapere cosa ne pensi!
Un racconto davvero molto bello e genuino. Grazie Michele! Un abbraccio.
Peaceful
P.S. Complimenti e i migliori auguri per il tuo blog 😉
Bello! 🙂
Sembra davvero interessante l’esperienza del digiuno…
Grazie Peaceful e grazie Karim 🙂
Ciao Mik!
Interessante davvero, anche se il digiuno per me è una cosa moolto lontana.
;o)
Sono due anni che pratico il digiuno come purificazione dell’anima e del corpo.ho iniziato con piccoli digiuni di un giorno e gradualmente aumentando la durata.il digiuno mi ha regalato una visione consapevole della mia sensibilità interiore portandomi ad escludere definitivamente carne e pesce dalla mia alimentazione.ora solo al terzo giorno di digiuno e riprenderò ad alimentarmi sabato mattina.le emozioni si disperdono lasciando spazio alla percezione e all’anima di viaggiare oltre il tuo limite.la mente si quieta il corpo si abbandona e tutto assume una luce diversa.sempre fatto in solitaria ma la tua esperienza di gruppo di condivisione mi affascina molto.nn pensavo che altre persone potessero apprezzare e descrivere cosi bene il “vivere digiunando”.leggendo il tuo racconto sono entrata nelle pause delle tue parole e mi sono rivista!fantastico
Ti ringrazio per la tua condivisione Karin, non è escluso che in futuro si riesca a rifare da qualche parte un’altra bella esperienza di digiuno in compagnia. Ho alcune idee in mente…e se queste idee dovessero prendere forma, lo scriverò nel blog. In ogni caso, quasi sicuramente non prima dell’estate.
Michele
Ciao Sandro, è un piacere risentirti! Prima o poi ci organizziamo e ci incontriamo (magari a una bella meditazione), è da tanto che non ci si rivede!
Sul digiuno capisco che possa essere lontano…ma allo stesso tempo, se si creano certe condizioni mentali e anche ambientali (che aiutano), è più facile di quanto si possa immaginare 🙂