Ti auguro di morire

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Attenzione: se la tua vita è già perfetta così, sei felicissimo già ora e non vorresti cambiare una sola virgola, questo post non è rivolto a te.

“Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».” – Mt 16,21-23

Per rinascere bisogna morire e morire è doloroso, fa paura, lo so.

La morte eppure è la condizione necessaria per la rinascita.

E’ bello pensare di cambiar vita, di dare una svolta, di rinnovarsi. E’ bello sognare solo il positivo, come se la vita possa cambiare magari da un momento all’altro solo con elementi positivi, senza sofferenza da attraversare, da incontrare.

Il problema è che quando ci si confronta con la realtà, non funziona così. Bastasse infatti solo la voglia di gioia, di sognare e di bellezza per avere una vita meravigliosa e felice, a quest’ora credo che ce l’avrebbero tutti.
Nella realtà ogni cambiamento, ogni rinascita, richiedono il saper fare i conti con la morte.

E la morte non scherza, fa paura.

La morte ci mette a contatto col buio, con l’ignoto, con il dolore e con il rischio di soffrire ancora più di quanto già stiamo soffrendo ora. E’ per questo spesso si persevera in una vita insoddisfacente e inautentica.

Non è facile saper accogliere la morte, la fine di qualcosa.
Cambiare comporta il saper morire. E’ per questo che è difficile pensare di abbandonare quello che si ha, di mettere fine al vecchio, perché anche laddove ce se ne lamenta, in qualche modo, la vita attuale fornisce delle piccole grandi certezze, dei piccoli grandi vantaggi a cui è comodo attaccarsi.

Eppure, senza questo passaggio, senza dare morte a qualcosa, nulla può rinascere, nulla può trasformarsi, nulla può cambiare.

La morte è il prezzo della rinascita, per questo Gesù risponde male a Pietro quando egli vorrebbe che non accadesse la morte. Gesù la sceglie. Lo sa, ne è consapevole, ci va incontro, non la subisce.

Pensare come Pietro, è pensare secondo gli uomini e ai nostri tempi mi piace fare l’analogia con i moti della newage o della facile spiritualità infiocchettata di banale #pensapositivo, #vogliosololagioia, #emozioninegativeviabrutte, una “spiritualtià” che rifugge il dolore, la sofferenza, il buio, l’ignoto, tutte espressioni della morte.

E così, per questa Pasqua, non ti auguro di pensare come Pietro, ma ti auguro il coraggio di Gesù, il coraggio di affrontare il dolore, la disperazione, il buio, l’ignoto necessari alla tua rinascita, al tuo cambiamento. Ti auguro allora di morire e…di rinascere dando vita a tutto ciò che sei nel profondo, nella tua pienezza, libertà e autenticità.

 

 

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