Se non chiedi, finirai per pretendere

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Non è la prima volta che esprimo questo concetto in questa pagina e se mi segui sai come la penso. Ma ora voglio dirti qualcosa in più e porti anche degli interrogativi.
Se non chiedi, finirai per pretendere sì. Magari non lo farai espressamente a parole.
Parleranno piuttosto la tua freddezza, i tuoi “musi“, i tuoi silenzi, i tuoi occhi, i tuoi no di vendetta, i tuoi dispetti, la tua distanza, il tuo non ascolto, il tuo contraddire forzato per non voler incontrare l’altro, il tuo non voler comprendere, il tuo non dare, la tua rigidità o chissà quali altri atteggiamenti.
Parlerà per te la tua rabbia inespressa che magari negherai anche, ma che sarà ben visibile a chi ti osserva.
Una rabbia che reclama in silenzio.
Una rabbia che reclama magari un: “avevo bisogno di te! Perché non lo hai visto!? Perché non mi hai ascoltato? Perché non mi hai aiutato!?”.
Una rabbia che punisce. In silenzio.
Senza che l’altro possa così neanche risponderti: “perché non me lo hai chiesto? perché non mi hai detto niente? Perché non mi hai detto che per te era così importante? Che ci stavi così male? Ti avrei ascoltato…avrei fatto…ti avrei spiegato…o semplicemente: mi dispiace”
Una rabbia che rovina le relazioni e che pretende che l’altro sia telepatico, che debba capirti senza che tu esprima il TUO bisogno.
Una rabbia che pretende che l’altro debba sapere tutto quello che senti, vivi, vuoi e che magari, neghi perfino a parole.
Allora, la prossima volta che avrai bisogno, perché non chiedere anziché dire a te stesso che non hai bisogno di nulla?
Perché non aprirti ed esporti?
Perché non essere vero, autentico?
Perché non offrire la tua umanità, la tua vulnerabilità, umiltà, il tuo bisogno all’altro chiedendo?
Diamo fiducia all’altro, non quando gli offriamo aiuto, ma quando lo chiediamo.  

Prova ad osservarti. Come ti senti quando aiuti qualcuno? Come ti fa sentire qualcuno che si apre con te e ti dice: “ho bisogno di te…del tuo aiuto“. E se tu non chiedi aiuto, perché non lo fai?

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6 pensieri su “Se non chiedi, finirai per pretendere

  1. Salve, bei spunti di riflessioni. Grazie. Perche non chiedo? Per tante ragioni.. Perche in realtà già ho percepito che non possono aiutarmi, per non avere il rifiuto, che apre ferite passate delle figure di riferimento che non hanno risposto.. carrabbiardoponon è

    1. Stavo dicendo, non è chiedere per me il problema.. E la pretesa dopo.. Perche c. e aspettativa, c.e la bambina ferita che piange ancora e cerca ancora quello che sa di non aver avuto e che non potrà avere.. C.e il non amarsi.

    2. Ciao Luisa, posso comprendere bene la paura del rifiuto di cui parli, e di conseguenza immagino, il cercare di percepire se l’altro può aiutare o meno. Il problema è che finché non chiediamo, non possiamo mai sapere davvero se l’altro ci avrebbe aiutato o meno.
      E così, non chiedendo, abbiamo già deciso noi stessi che non riceveremo quell’aiuto di cui invece magari, avremmo avuto bisogno.
      Hai mai pensato come ti sentiresti se, una volta che te ti aspetti già il rifiuto, chiedi, e invece arriva una risposta affermativa?

      A volte, le nostre esperienze passate, possono anche ingannarci nella percezione della situazione attuale.

      L’invito mio è: osa, sperimenta. Inizia magari con chi ti immagini possa risponderti con un sì, partendo dallo scegliere anche il momento giusto per fare la richiesta, cioè quello in cui senti l’altra persona più disponibile e aperta.
      Se ti va, fammi sapere poi come è andata.

      Grazie per la tua condivisione

    1. Ciao Eleonora, eh sì, uno step necessario è proprio quello di riconoscersi bisognosi. Non sempre facile e soprattutto su alcuni aspetti (ognuno ha i suoi). Serve molta umiltà. Grazie per la tua condivisione

  2. Si, conosco il tuo suggerimento, e lo condivido.
    Sto anche cercando di metterlo in pratica, mi riesce abbastanza bene con gli adulti, mi riesce meno bene con i figli, che attaccano ad ogni piè sospinto.
    Ammetto che con loro c’è richiesta, ma spesso non c’è la risposta opportuna, e non credo per egoismo, ma per differenza di vedute e di relative valutazioni sulle situazioni che si presentano.
    A volte segue una discussione, a volte lascio andare, perchè certe cose si capiscono quando si vivono in prima persona.

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