Occhio a chi vuole cucire un bell’abito “apposta per te”

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Un uomo entra in una sartoria per ordinare un abito nuovo. Il sarto, dopo aver preso tutte le misure, gli chiede di tornare dopo una settimana. Trascorsa la settimana, l’uomo torna per ritirare il suo abito nuovo. Ma quando lo prova di fronte allo specchio, si accorge che una manica è troppo corta, una gamba è troppo lunga e la vita è troppo larga. Quando lo fa notare al sarto, questo, guardandolo di fronte allo specchio gli dice: 

 “In realtà, non c’è niente che non va nel vestito. Ma non è indossato nel modo corretto. Vede, prima dovrebbe ritirare il braccio un po’ così, poi allungare la gamba in questo modo e tirare fori un po’ la pancia così. Bravo! Vede! Ora è perfetto!”. 
L’uomo, persuaso dal sarto, camminando in malo modo per adattarsi al vestito, si trascina zoppicando, fuori dal negozio, con indosso il suo abito nuovo. E mentre arranca lentamente per la strada, incrocia due anziane signore. Una di queste dice all’altra: 
“hai visto quel povero storpio? Accidenti che vergogna!”
“Si”, risponde l’altra, “una terribile vergogna! Ma hai notato però che bell’abito indossava??”

Nella vita, tutti ci troviamo a vivere la storia di quest’uomo, dove un sarto, che può essere la famiglia, la società etc. ha già pronto per te un bell’abito (lavoro, posizione sociale, regole, educazione, modo di vivere etc.), ma proprio bello, nuovo, perfetto. Un bell’abito con cui presentarsi agli altri per fare anche una gran bella figura. Non gli manca proprio nulla.

C’è solo un problema: che quell’abito non è fatto su misura per te! E a indossare un bell’abito che non sia il tuo, fosse anche il più bello del mondo, chi fa la gran bella figura è l’abito, non tu! Quando si indossa un abito che non sia il proprio, si diventa storpi, si “cammina” con difficoltà, bisogna costantemente ricordarsi dell’abito, di come è, quali sono le sue misure, di come starci dentro e questo fa si che ci si debba “muovere” in una certa maniera. E quella certa maniera, non è la tua maniera.
Non esiste nella vita una maniera in cui “bisogna” comportarsi, non esiste una posizione più dignitosa di un’altra, non esiste un ruolo migliore, non esiste nulla di giusto o di sbagliato quando esprimi te stesso dal profondo, dal cuore (non sto parlando di chi credi di essere, ma di chi sei!). Esisti solo tu, le tue qualità, la tua espressione di queste nella massima gioia e libertà.

Quando ti adatti ad un abito non tuo, fosse anche “il più bello del mondo” (non esiste l’abito più bello del mondo), ti scolleghi dalla tua energia, dalla vita, dalla tua autenticità, quella vera, dal tuo senso del Sé e ciò che scaturirà da questa disconnessione, sarà il vuoto, la mancanza, l’infelicità, l’insoddisfazione, la frustrazione, la paura. Ti manterrai in vita, pur non avendo la vita dentro. Questa è la triste condizione dell’essere umano che vive in un abito non suo.

E quando ti gaurdi allo specchio, sai che stai indossando un abito non tuo, lo sai, lo senti anche se scegli di ingannarti. Spogliati di quell’abito, non tenerlo ancora a lungo, perché se insisti nel farlo potresti pagare un caro prezzo. Se insisti nel non voler dare ascolto al tuo sentire interiore, prima o poi finirai per perderne il contatto, finirai per non sentirlo più anche quando lo cercherai e ne avrai bisogno. E la tua “voce” interiore, è l’unica Vera guida che hai a disposizione in questo mondo.

Lascia pure il tuo commento, mi fa piacere sapere cosa ne pensi, grazie!

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