La Libertà (I)

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La libertà dell’uomo è definitiva e immediata, se così egli vuole; essa non dipende da vittorie esterne, ma interne

Paramahansa Yogananda

La libertà, la vogliamo veramente?
Può sembrare una domanda dalla risposta scontata, ma se ci si pensa bene e se ci si osserva un po’ intorno, se si osserva se stessi, ci si potrebbe accorgere di come la risposta non è affatto scontata, o se lo è, per i più, la risposta è decisamente un bel NO!
Voglio partire da quanto giusto ieri mi è capitato di osservare.
Come spesso mi capita di fare negli ultimi periodi, ieri, sono andato da mio nonno per aiutarlo a fare alcuni lavoretti. Lui vive in campagna insieme a mia nonna, ha superato gli ottanta e le forze e la salute non sono più quelle di una volta.
Dopo aver tagliato l’erba con il decespugliatore, nonno mi ha chiesto di aiutarlo a riprendere una coniglia che gli era scappata dalla gabbia e si era figliata fuori. Mi ha raccontato che proprio pochi giorni prima, appena aveva aperto la gabbietta dove si trovava questa coniglia insieme ad un altro coniglio, questa gli era scappata (rimanendo comunque all’interno del capannone) e non era riuscito a riprenderla. Ora che si era figliata, voleva rimetterla in gabbia insieme ai suoi coniglietti.

 

 

Ma ora arriva la parte più interessante. Mi chiedo: perché non fosse fuggita dal capannone nonostante questo sia stato lasciato molto spesso e anche per alcune ore con la porta aperta? A questa domanda faccio un po’ più di fatica a trovare una risposta, chissà, ma la paura di un mondo sconosciuto, dell’ignoto che la aspettava al di fuori del capannone, potrebbe aver giocato il suo ruolo.

 

Sentita questa storia, mi vengono in mente subito dei pensieri e delle riflessioni. Comincio a chiedermi cosa avesse mosso la coniglia a scappare dalla gabbia, e la risposta che mi viene a mente, è piuttosto semplice: stare in gabbia, privo di libertà non deve piacere a nessuno, tantomeno alla coniglia e questo l’ha portata un bel giorno a tentare la fuga e anche con successo!
Fatto sta, che come arriviamo al capannone, nonno va verso la gabbia e mi indica dove sta la coniglia e dove si era figliata. Con grande stupore vedo che si era figliata proprio affianco alla gabbia e lei in quel momento ci stava esattamente sotto! Dei tanti posti nascosti e lontani che ci sono nel capannone (per non parlare fuori all’aperto), lei si è andata a rimettere esattamente lì!
Purtroppo non avevo con me la macchina fotografica, e mi sono arrangiato a fare alcune foto con il mio cellulare. Manca luce, ma nella seguente foto si possono intravedere i coniglietti. Quella sulla destra è la gabbia, dove la coniglia era sempre vissuta.

 

 

 Sembrava quasi che avesse preferito stare dentro ancora una volta, anziché libera come magari aveva sempre desiderato. Sembrava volesse stare dentro, nuovamente soggetta al suo vecchio “padrone” che ogni giorno gli dà da mangiare per farla sopravvivere, facendo la solita vita, in assenza assoluta di libertà, e tutto questo, per non dover affrontare l’ignoto e le sue paure!
Questo episodio mi ha fatto riflettere sulle condizioni umane, caratterizzate dalle ricercate “certezze”, dalle apparenti “comodità”, da schemi, routine in cui è facile adattarsi ma di cui spesso ci si trova a lamentarsi, senza però fare nulla di fatto per cambiare le proprie situazioni attuali.

            “Il conformismo è il carceriere della libertà e il nemico della crescita”

J. F. Kennedy
 Quando ci troviamo a fare ciò che è ritenuto “normale”, solo perché è “normale”, ci stiamo di fatto conformando a ciò che qualcun’altro per noi ha scelto, rinunciando al nostro libero arbitrio e confondendolo perfino con la “libertà di fare quello che ci pare”, ma così facendo, non manifesteremo ed esprimeremo noi stessi e ciò che siamo veramente. L’infelicità e un senso di vuoto interiore, saranno la più naturale conseguenza.
 Per muoverci verso la direzione della Vera libertà occorre un grosso e duro lavoro interiore, un lavoro di consapevolezza e di cuore che coinvolga tutto il nostro essere. Occorre svegliarsi per poter veramente scegliere e di conseguenza essere liberi.
 “La libertà non sta nello scegliere tra il bianco e il nero,
ma nel sottrarsi a questa scelta
 Theodor Adorno

E’ importante riflettere sulle scelte che ci troviamo ad affrontare, e capire, se realmente queste sono delle scelte o se lo sono solo in apparenza. Basta guardarsi un po’ in giro per vedere cosa possiamo “facilmente” scegliere. Possiamo scegliere se bere la Coca Cola o la Pepsi, se indossare una maglietta gialla o una bianca, se guardare Rai1 o Italia1, se andare alla ragioneria o al liceo scientifico, se mangiare la pasta corta o la pasta lunga, se sbattezzarci o non sbattezzarci e potrei continuare con una lista chilometrica.
Sono veramente delle scelte?
Lo schiavo non è tanto quello che ha la catena al piede,
quanto quello che non è più capace di immaginarsi la libertà
 Silvano Agosti

Nel seguente video, Silvano Agosti parla del discorso tipico dello schiavo.

 

Ci tengo però a precisare il mio punto di vista, che nella realtà dei fatti, nessuno sta rubando niente a nessuno, tutto è sotto la nostra più totale responsabilità (interiore) e dipendente dalle nostre scelte…o non scelte. Un vecchio aforisma anarchico dice che il padrone è un invenzione dello schiavo.
La libertà richiede C(U)ORaggio, il C(U)ORaggio di fare un salto nel vuoto, nello sconosciuto, nell’ignoto.
E’ con questo post sulla libertà che ho deciso di dare inizio al mio blog, con l’intenzione e l’impegno di trattare argomenti che riguardano il lavoro interiore, la consapevolezza, la spiritualità, l’Alchimia, la guarigione, l’alimentazione e ciò che durante il cammino riterrò più opportuno condividere con chi, condivide con me, la voglia di diventare libero.

continua… 

Lascia pure il tuo commento, mi fa piacere sapere cosa ne pensi!
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3 pensieri su “La Libertà (I)

  1. Ehi, mi aspettavo un altro post oggi, e invece ancora nulla 🙂

    Sai, mi capita spesso di chiedermi cosa sia veramente la libertà.
    Chi vive nelle grandi metropoli pensa spesso che la libertà sia potersi trasferire in una casa in campagna e riavvicinarsi così alla natura. Chi è nato e vissuto sempre in campagna è facile che veda la libertà nella grande metropoli. Chi lavora come dipendente pensa che per essere libero debba stare il più lontano possibile da un’azienda. Chi rischia ogni giorno con un lavoro in proprio vede la libertà nella sicurezza di uno stipendio fisso. E così andando avanti con scapoli, ammogliati, ecc.

    C’è anche chi la libertà pensa di averla raggiunta, ma spesso confonde la libertà con la soddisfazione.

    Più tento di guardare a fondo e più non vedo altro che schemi su schemi, mentali o fisiologici, perché la stessa mente è schema. Un esercizio che mi piace molto è osservarmi osservare che mi osservo… e così via. E non capisco più se in tutta questa catena di osservatori c’è qualcuno veramente libero e quale tra questi osservatori sono io. L’osservato mi sembra sempre una marionetta.

    Qualche volta, in questi momenti, la mente entra in tilt e allora l’osservatore perde l’oggetto del suo osservare e in quei momenti mi sembra di essere libero, ma dura poco.

    Devo ancora capire cosa sia la libertà, ma di sicuro ho la stessa tua aspirazione!
    Continua così e scrivi ancora!

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